Il Terzo Polo corre veloce verso la Terza Repubblica

Nelle scorse settimane, l’attuale segretario UDC Lorenzo Cesa, dalle pagine de Il Giornale, ha invitato Renzi e Calenda ad uscire dal recinto e a considerare il PPE come il faro europeo in grado di illuminare il percorso politico di tutta l’area centrista, Terzo Polo compreso. 

Le sue recenti parole riaccendono un dibattito abbastanza interessante su quelli che dovrebbero essere i confini politici, culturali e ideologici del percorso ambizioso lanciato a Milano da Costituente Libdem e che vede Calenda e Renzi come principali protagonisti del recente passato, del presente e sicuramente del prossimo futuro. Ma tra gli obiettivi del Terzo Polo ci deve essere davvero quello di diventare il nuovo centro? Riprendo per l’ennesima volta l’esempio del M5S che, in pochi anni, ha raggiunto il 33% dei consensi senza essersi mai collocato tra gli storici schieramenti italiani destra/sinistra. Tutto coloro che in questi anni hanno definito il M5S un movimento di destra, poi di sinistra e persino di centro, a mio avviso hanno tutti commesso un grave errore. Il M5S è populista e, il populismo, non sta né a destra né a sinistra.

Nella medesima maniera, potremmo dire che lo stesso vale per il liberalismo o per il riformismo. Collocarsi al centro di un sistema politico che sta affrontando una profonda crisi ormai decennale sarebbe un errore madornale. Ed è per questo che ci si ritrova a difendere il Ministro della Giustizia Carlo Nordio dagli attacchi dei giustizialisti come se fosse un ministro in quota Terzo Polo ma, allo stesso tempo, è molto naturale anche che gli esponenti di Italia Viva e  di Azione siano tra i più battaglieri nel fare opposizione al Governo Meloni quando si parla di accise o di altri bonus in arrivo. 

Il Terzo Polo è, per propria natura, totalmente proiettato verso la Terza Repubblica. Dove probabilmente non si parlerà più di destra e di sinistra ma di valori più concreti e calati nella realtà che viviamo: populismo, riformismo, nazionalismo, liberalismo, progressismo, ambientalismo e così via. Se andassimo a fare un sondaggio tra gli under 30, probabilmente scopriremmo che questo modo di intendere la politica appartiene al passato.

Dunque, quali sono quei partiti e quei mondi che saranno, più o meno naturalmente, coinvolti nella costituente liberal democratica? Oltre ad Azione e Italia Viva, sembra che della partita sarà anche Più Europa. Il terzo congresso che il partito di Della Vedova, Bonino e Magi si appresta ad affrontare a breve, sicuramente indicherà qualcosa di più concreto in merito ad una loro probabile partecipazione. Oltre ai tre partiti più strutturati e radicati nel territorio, importante sarà anche il coinvolgimento delle tante personalità intervenute durante l’iniziativa dello scorso 14 Gennaio a Milano, di Radicali Italiani, degli esponenti di spicco dell’Associazione Luca Coscioni come Marco Cappato e Filomena Gallo, di Base Italia e delle numerose associazioni e comitati di area riformista, garantista, liberale ed europeista presenti sul territorio italiano.

E se è vero che di spazio politico sembra essercene veramente molto, è altrettanto vero che lo spazio non può esserci per tutti. Perché altrimenti il rischio che il Terzo Polo diventi una sorta di nuovo Partito Democratico italiano, dilaniato dalle lotte tra correnti e interessato solo a gestire il potere, è molto alto ed è proprio la cosa che va evitata in tutti i modi.

Il segretario dell’UDC Lorenzo Cesa insomma, stia sereno e anziché pensare al recinto del Terzo Polo, si concentri più che altro sul ritrovare una collocazione credibile per l’elettorato cattolico che ambisce a voler rappresentare. Ho diversi dubbi sul fatto che il cattolicesimo moderato si senta a suo agio in quel contenitore europeo che fino a poco tempo fa, tra i leader, poteva vantare un personaggio del calibro di Victor Orban.

Tra qualche settimana, precisamente dai primi di Marzo, passati i congressi di PD e Più Europa e le due elezioni regionali in Lazio e Lombardia, avremo sicuramente un quadro politico molto più chiaro. Non ci resta che attendere fiduciosi. Tenendo le porte aperte ma non troppo.

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