Edoardo Fanucci, 39enne di Montecatini Terme, è il candidato del Terzo Polo Azione/Italia Viva nel collegio uninominale alla Camera che comprende Prato, una parte della provincia di Pistoia e una parte del Mugello alle prossime elezioni politiche del 25 Settembre.
Edoardo, veniamo da settimane in cui la stampa ha dato più che altro spazio allo scontro
tra Nannicini e Mazzetti. Ti senti un po’ il terzo incomodo?
“Più che altro rimango basito dai contenuti con i quali hanno deciso di riempire il dibattito. Oltre ai soliti scontri ideologici che non interessano ormai a nessuno e che allontanano i cittadini dalla politica, oltre ai battibecchi retorici su questioni come quella relativa alla Linea Gotica, non c’è mai stato un confronto vero sui temi caldi che riguardano il presente e il futuro di Prato. Ho chiesto un confronto pubblico, ma ad oggi non ho ricevuto risposta. In politica non ci sono nemici, ma avversari. Di cosa hanno paura? Della nostra serietà e preparazione? Temo di sì, anche se spero di no. Sarebbe davvero triste.”
Nanninici, rispondendo in una prima intervista alla domanda sul suo essere di Montevarchi e non di Prato, ha risposto che comunque, negli ultimi anni, nessun parlamentare pratese avesse portato chissà cosa alla città. Cosa ne pensi?
“Beh, in questo caso Nanninici ha abbastanza ragione. Anche quella del rappresentante in
Parlamento che deve essere per forza espressione del territorio è un po’ una retorica forzata. Soprattutto adesso che il numero dei parlamentari è stato drasticamente tagliato e ci saranno moltissimi territori esclusi da questa logica. Il ragionamento deve essere un altro e totalmente legato al merito. Meglio un parlamentare capace in più che uno inadeguato a ricoprire quel ruolo. Io comunque sono nato e vivo a venti minuti da Prato, in provincia di Pistoia che, tra l’altro, è compresa in questo collegio. Non sono proprio un marziano catapultato in un’altra dimensione. Non sono nato a Prato, ma ho studiato molto e continuerò a farlo, i suoi punti e le criticità. Ma, soprattutto, mi sento parte di quella che, a tutti gli effetti, è una delle città più grandi d’Italia: Firenze-Prato-Pistoia ha più di 1 milione di abitanti, infrastrutture da sviluppare, distretti industriali da difendere e tantissime opportunità per crescere e migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
In merito a questo passaggio, ti sei sempre dichiarato a favore della nuova pista di Peretola.
“Assolutamente sì. Arriviamo da anni di disinformazione da parte dei comitati del no. Che poi, hanno la stessa matrice dei comitati del no al termovalorizzatore, del no al rigassificatore di Piombino, del no alle trivelle in mare nell’Adriatico e del no al Tap in Puglia. E oggi ci troviamo succubi del gas russo e senza molte alternative. È anche per colpa dei movimenti contrari a tutto a prescindere, che in questi anni hanno attecchito molto nell’elettorato, che adesso ci ritroviamo a vivere una drammatica situazione sul caro bollette che sta mettendo in ginocchio tantissime aziende del distretto tessile e quasi tutte le attività commerciali. Inoltre, ci ritroviamo a pagare tariffe molto alte per lo smaltimento rifiuti e continuiamo ad avere un aeroporto a Firenze che non è in grado di sostenere una vera crescita del nostro territorio. Il nuovo progetto di ampliamento non va in alcun modo a danneggiare i pratesi, dato che le rotte sorvoleranno i macrolotti industriali ad altitudini comunque poco impattanti. È un progetto che renderà lo scalo fiorentino più sicuro, più efficiente e che, per come la vedo io, sarà un aeroporto importante per tutto lo sviluppo
dell’area metropolitana FI-PO-PT.”
Si parla da anni della tranvia Peretola-Pecci.
“Un’opera necessaria che mi auguro venga finanziata quanto prima. La Regione ha dimostrato di voler andare in quella direzione. La città metropolitana è caratterizzata anche da situazioni di traffico spesso insostenibili. Pensare ad una mobilità più moderna, che dia l’opportunità ai pratesi di poter raggiungere Firenze con una tranvia veloce (ma anche ai fiorentini di poter raggiungere Prato), mi sembra solo il primo necessario passo. Spero che la linea possa collegare fin da subito il centro storico di Prato con quello di Firenze, non solo l’aeroporto e il Centro Pecci. E c’è un tema che mi appassiona molto ed è quello relativo al futuro di tutta l’area ex Banci. Ci passerà la tranvia, è centrale nell’asse FI-PO-PT, perché non pensare ad un polo fieristico in grado di ospitare i grandi eventi di tutta la zona, iniziando da Pitti Uomo e Pitti Filati ad esempio? La Fortezza a Firenze ormai ha mostrato tutti i suoi limiti. L’area ex Banci sarebbe perfetta e puntare anche sui servizi potrebbe essere una grande occasione per Prato. Sarebbe una sorta di nuova downtown moderna, in grado di ospitare alberghi, uffici, negozi e università. Se vogliamo che questa area ritorni a crescere e ad essere attrattiva per i grandi investimenti, lo sviluppo non può che essere condiviso tra Firenze, Prato e Pistoia. È solo superando quei campanilismi che oggi ormai non hanno più un grande senso che questa zona può diventare una delle più interessanti e dinamiche d’Italia. Noi siamo il partito del sì e ci impegneremo in questa direzione”.
Cosa ne pensi del distretto industriale pratese?
“Il distretto pratese ha tantissime luci ma anche tantissime ombre. È ancora uno dei centri
internazionali dove nasce la moda, dove molte aziende hanno raggiunto livelli di eccellenza e nel quale vengono impiegate direttamente quasi 40.000 persone. Accanto a questi aspetti virtuosi però, ci sono dei temi che nessuno in politica vuole trattate ma che invece, la politica, ha l’obbligo di affrontare. Ad oggi, Prato è ancora una città che poggia la sua fortuna su una parte consistente di illegalità. È una cosa difficile da dire e da accettare ma se vogliamo che la politica provi a risolvere i problemi, bisogna che questi vengano palesati e non nascosti. Non è accettabile che si permetta di aprire delle aziende a dei prestanomi stranieri che, dopo un anno e mezzo sul nostro territorio, spariscono nel nulla senza lasciare traccia e senza versare neanche un euro di tasse allo Stato. Il ricorso continuo a prestanomi è una piaga di questa città e mi permetto di dire che lo è anche per il nostro Paese, dato che si parla di milioni di euro tolti alle casse dello Stato. Questa illegalità diffusa poi porta poi allo sfruttamento di quei lavoratori invisibili che non interessano a nessuno. Basti pensare che dagli ultimi controlli dell’ispettorato del lavoro, il 98% delle aziende è risultato irregolare, con 139 lavoratori in nero su 340 e, di questi, ben 13 si trovavano in gravi condizioni di sfruttamento. Nel 2022 è inaccettabile e questa città deve, una volta per tutti, affrontare questo tema”.
Cosa vuoi dire ai pratesi che ci leggeranno e che si apprestano a votare tra meno di una
settimana?
“A tutti i pratesi voglio dire che questa è una città con grandissime potenzialità. Forse ci se ne accorgiamo più da fuori che da dentro. Prato può e deve ambire ad essere il motore per un rilancio di tutta la Toscana. Anche di fronte al caro energia, che rischia di affondarla, sta nascendo la comunità energetica più dinamica e innovativa del centro Italia. Se la burocrazia non metterà i bastoni tra le ruote a questa iniziativa, grazie alle risorse del PNRR e alla creatività pratese, la crisi potrà presto trasformarsi in opportunità.
Il Terzo Polo, con Azione e Italia Viva, è quella proposta politica che sostiene l’agenda Draghi, che ha sostenuto convintamente il Governo Draghi e che mai avrebbe voluto che Forza Italia, Lega e M5S lo facessero cadere anzi tempo. Proprio qui a Prato avete dato vita, in tempi non sospetti, al laboratorio politico e culturale Prato Riparte, un’esperienza che ha saputo anticipare di quasi due anni la direzione verso cui adesso tutti stiamo cercando di andare. Mi auguro che possa nascere un soggetto politico unitario riformista, che dia voce a quell’Italia che vuole lavorare, che non vuole uno Stato assistenzialista e che si aspetta una politica competente, autentica e attenta ai veri problemi dei cittadini”.
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