Passate ormai in cavalleria le impercettibili scosse provenienti dall’avvicendamento nella Giunta Biffoni tra Marchi e Bosi, il dibattito politico nella maggioranza si è spostato totalmente ma in maniera assai discreta su quello che sarà il prossimo congresso provinciale del Partito Democratico. Per chi non lo sapesse, è in questo momento che si delineano gli equilibri all’interno del partito di Via Carrai. Nel prossimo autunno capiremo chi darà le carte durante i prossimi anni.
La decisione di Biffoni di silurare Marchi per fare posto a Bosi in giunta non è piaciuta agli zingarettiani guidati dalla consigliera regionale Bugetti, che hanno lamentato poco coinvolgimento nelle scelte della governance e di aver ricevuto la comunicazione di questo avvicendamento a cose fatte. Adesso rimane da capire se queste prime scaramucce tra correnti contrapposte siano da considerarsi come il riscaldamento del congresso provinciale che si terrà tra qualche mese oppure no. Insieme a voi, vorrei provare ad immaginare i possibili scenari dato che, come si dice dalle nostre parti, ormai conosco i miei polli.
Innanzitutto, occorre rispondere ad una domanda molto semplice ma non scontata: chi si contenderà a Prato la guida del Partito Democratico? Da una parte gli zingarettiani e dall’altra i biffoniani rimasuglio del renzismo che, conti alla mano, non ha avuto il coraggio ne l’interesse di seguire Renzi nella sua avventura in Italia Viva. Le logiche di potere pratesi sembrano, per questo motivo, totalmente scollegate da quelle nazionali. Riguardano meramente le ambizioni personali, romane e non, di tre o quattro persone. Ambizioni che, spesso, non tengono conto delle idee e delle posizioni della base degli iscritti. Per questa ragione e molte altre, potrebbero riservare delle sorprese.
SCENARIO 1: UN CONGRESSO VERO
Le due forze contrapposte non cercheranno o non riusciranno a trovare un accordo preliminare e si andrà alla conta vera e propria delle tessere. In questo caso, gli zingarettiani saranno in netto vantaggio per numero di iscritti e il riferimento politico dei prossimi cinque anni sarebbe senza ombra di dubbio Ilaria Bugetti. Verrebbero coinvolte nella segreteria figure di rilievo come quelle di Lorenzini e di Martini, con ruoli in prima linea, apprezzati per il loro lavoro svolto rispettivamente a Montemurlo e a Poggio a Caiano. Inoltre, avrebbero sicuramente più spazio anche tutti gli emergenti cresciuti tra i Giovani Democratici. Sarebbe la fine del biffonismo e l’inizio di una nuova epoca con delle forti radici nella storia recente del PD pratese.
SCENARIO 2: IL NON CONGRESSO
I leader delle due correnti contrapposte, Bugetti e Biffoni, riusciranno a trovare un accordo prima del congresso e sceglieranno una figura unitaria come candidato alla segreteria che correrà da sola (come successe per il Bosi bis). Biffoni otterrà la candidatura per tornare a Roma nel listino bloccato e Bugetti, in cambio, avrà via libera sulle questioni pratesi. Tale accordo, come detto prima, terrebbe conto solamente delle personali ambizioni degli attuali leader pratesi. È già successo questo in passato e potrebbe accadere tranquillamente di nuovo.
SCENARIO 3: IL CONGRESSO FARSA
Uguale allo scenario due, ma per non dare troppo nell’occhio verrà indicato anche un secondo candidato senza alcuna chance di poter vincere. In questo modo si cercherà di tenere a bada la base di iscritti e i tanti militanti.
SCENARIO 4: IL CONGRESSO DI COIANO – PARTE SECONDA
A metà strada tra la leggenda e la mitologia, non c’è nessun militante del PD pratese a cui non sia stata raccontata almeno una volta la storia del famoso congresso PCI di Coiano del 1983, in cui un gruppo di giovani capitanati da Claudio Martini (che poi di strada ne ha fatta parecchio) spodestò la vecchia classe dirigente del partito a colpi di tessere e di seggiolate. Siccome per certi versi l’atmosfera rarefatta che si respira oggi è un po’ quella di quegli anni lì, voglio immaginarmi, e in parte sperare, che i giovani prenderanno in mano la situazione e non staranno a guardare i leader locali spartirsi il potere nel silenzio dei circoli chiusi e delle segreterie di sezione colpevolmente (o scientificamente) distratte.
Ai giovani nel PD viene insegnato ad aspettare il proprio turno, a rispettare le gerarchie, ad essere dei bravi soldatini, a non battere troppo i piedi e a mettersi in scia di chi sta più in alto. Voglio davvero sperare che con questa generazione faccia altre scelte.
Ragazzi, il destino è nelle vostre mani!
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