Ancora tu. Non mi sorprende, lo sai? Nonostante nella mattinata di lunedì i rumors più accreditati davano per certa Benedetta Squittieri come futura assessora in giunta regionale in quota Prato (il suo nome era stato effettivamente fatto e per diverse ora era a tutti gli effetti dentro), alla fine l’ha spuntata Stefano Ciuoffo. Premetto che si tratta di una delle persone che stimo di più politicamente, umanamente e culturalmente nel panorama politico pratese. Quello che state per leggere, doveroso sottolinearlo, è meramente una riflessione politica che non ha nulla di personale. Anzi, faccio doppiamente fatica proprio per la considerazione che nutro nei confronti del confermato assessore.
Se la politica è fatta di pesi e di equilibri, la conferma di Ciuoffo in regione sconfessa però quel nuovo equilibrio politico all’interno del centrosinistra indicato dalle ultime elezioni. Sono curioso di sapere quale ruolo abbia giocato Ilaria Bugetti in tutto questo (se ha subito questa decisione o se l’ha avallata) ma, purtroppo, non ho sufficienti informazioni per potermi esprimere.
Il voto di settembre ci ha detto una cosa lampante: l’accordo Biffoni-Giacomelli-Abati non ha più la maggioranza all’interno del partito. Gli zingarettiani, rappresentati proprio da Bugetti, hanno stravinto la competizione elettorale e, pertanto, gli equilibri non sono più gli stessi che portarono Ciuoffo a diventare assessore nel 2015. E qui non c’entrano nulla le capacità, le competenze e le cose fatte o meno da Ciuoffo per meritarsi una eventuale riconferma. Il discorso è semplicemente politico e l’assessore in rappresentanza di Prato, stavolta, non poteva di certo essere espressione di quella componente all’interno del PD pratese che, numericamente, è quella più marginale e minoritaria.
Giani ha chiesto che la rosa di nomi per l’assessore in quota a Prato fosse espressione del nuovo assetto degli equilibri locali. Simpatico che entrambi i nomi, Squittieri e Ciuoffo, fossero appartenenti a quella corrente minoritaria che vi ho detto prima. E perché allora è stato riconfermato Ciuoffo? Date le circostanze, gli scenari possibili sono due:
- Bugetti ha subito questa scelta e, nonostante l’esito del voto, non è riuscita a far pesare il cambio di equilibri interni al partito. Biffoni, mancando solo due anni e pochi mesi alle prossime elezione politiche, sta già lavorando per tornare a Roma in Parlamento e, anziché strappare con Lotti e Giacomelli (che sono gli unici in grado di garantirgli un posto nel listino bloccato), ha preferito nominare un loro uomo. Avrebbe potuto salvare quel Ciolini per il quale si era speso in campagna elettorale ma, se avesse fatto questa scelta, non ci sarebbe stato nessun posto nel listino bloccato per lui
- Bugetti si è seduta al tavolo con Giacomelli (si sono fatti vedere al bar insieme almeno un paio di volte nelle ultime settimane) e ha preso parte alla scelta di nominare Ciuoffo in regione in cambio di chissà cosa. Qualcuno sostiene che sarebbe lei la candidata a sindaco ideale per il dopo Biffoni mentre altri la danno già sul primo treno disponibile in direzione Roma
La domanda che mi pongo da un po’ di tempo e alla quale non sono ancora riuscito ad avere risposta è come mai tutti quelli che fanno politica muoiono dalla voglia di andare a Roma? Cosa c’è di così bello a Roma? Danno da mangiare qualcosa di particolare a Montecitorio?
Possibile che a nessuno interessi di Prato e che pensino tutti alla propria cadrega?
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