La Toscana da lunedì sera ha un nuovo presidente e il suo nome l’ha scandito lui stesso, quasi a voler scacciare i fantasmi di opinionisti e sondaggisti che in questi giorni lo avevano messo sulla graticola, dandolo in costante calo o addirittura sconfitto certo contro Ceccardi. Invece, non solo Giani l’ha spuntata, ma lo ha fatto con un distacco ben al di sopra delle aspettative. Il termometro alla fine segna 48,6% contro il 40,5% di Ceccardi, poco sopra il distacco che Bonaccini (oggi osannato da molti del centrosinistra) rifilò a Borgonzoni.
Un vincitore certo dunque, e diversi sconfitti. È inevitabile quando il voto si polarizza così tanto. Il primo a perdere è anzitutto Salvini, che sulla Toscana aveva puntato molto. Alla fine, la spunta in 5 province su 10, ma sono le meno popolose, e in molti casi la vittoria è risicata. A Firenze, addirittura, il Carroccio si ferma al 13,6%, poco sopra gli alleati fortissimi di Fratelli d’Italia. Una debacle per il Capitano, che con Zaia stravincente in Veneto, significa futuro nebuloso per la guida del partito.
Perde anche il Movimento 5 Stelle in Toscana, fermo ad uno scarso 6,4%. Un po’ più forti sulla costa, dove raggiungono l’8%, i grillini guidati da Galletti non appaiono un’alternativa valida al bipolarismo, e continuano nella parabola discendente registrata ormai da tempo.
E sconfitta esce anche la sinistra radicale, tutta quanta: a partire da Tommaso Fattori e da Toscana a Sinistra, che prende il 2,23%, dimezzando i voti di 5 anni fa e non riuscendo a ottenere alcun seggio in Consiglio Regionale. A pesare, dicono dal partito, sarebbe stata soprattutto la paura della destra, che avrebbe spinto i militanti al voto utile per il centrosinistra. Eppure, la lettura non convince del tutto, se anche la lista più di sinistra nella coalizione a sostegno di Giani si è fermata al 3%. E se anche si volessero tenere insieme, con i voti di Fattori, quelli dati al Partito Comunista e al PCI, la quota supererebbe appena il 4%. Insomma, pochissimo.
Ultimo sconfitto, anche se vincente nella coalizione, è Italia Viva, ferma al 4,5% a livello regionale, praticamente come Forza Italia. Con l’aggravante però, che il partito di Renzi era alla prima prova elettorale. Risuonano oggi, alla luce dei risultati, le parole dell’ex-rottamatore pronunciate a fine gennaio al Corriere Fiorentino, in cui auspicava il 10%, o in caso negativo, l’8% almeno a Firenze. Non è andata così, e anche se oggi Renzi si dichiara “decisivo per la vittoria in Toscana”, non sarà semplice rivendicare qualcosa con margini così stretti.
Anche perché il Partito Democratico toscano si è rivelato, invece, in ottima forma, con quasi il 35% dei consensi, ampiamente la formazione più votata e uno dei migliori risultati a livello nazionale. È dunque tutto a posto? Nient’affatto, perché la vera partita comincia da oggi. E lo sa bene il neo presidente Giani, che stamani si è subito recato in visita ad una azienda in crisi a Colle Val d’Elsa. Il meritato riposo, a quanto pare, può aspettare.
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