Tra oggi e domani, i cittadini toscani sono chiamati ad esprimere il loro voto regionale. È stata una campagna elettorale lunga, straziante, anomala. Il Covid ha rimescolato tutti gli scenari e, molto probabilmente, questa situazione rischia di giocare un ruolo determinante. Sono stati sette i candidati governatori e, chi più chi meno, ci ha fatto arrabbiare, divertire, stupire o indignare. Ecco le mie pagelle personali su tutti e sette i candidati.
CECCARDI. Partita in netto ritardo rispetto al suo diretto avversario, ha saputo risalire i sondaggi con un approccio pacato, moderato e civile. Tutto quello che Giani e company non si aspettavano. Ha saputo tenere Salvini al suo posto, a differenza di quello che fece la Borgonzoni. Se si fosse votato ad ottobre, il suo trend in crescita le avrebbe permesso di superare certamente il candidato dem. Tra oggi e domani comunque se la gioca. Ed è già una grande vittoria, in una regione in cui, storicamente, l’egemonia rossa non è mai stata messa in discussione. VOTO 7,5
GIANI. Partito molto probabilmente in eccessivo anticipo, ha visto il suo vantaggio assottigliarsi nel corso dei mesi che hanno preceduto il voto di questo weekend. È apparso stanco, affannato, col fiatone. Dalla sua metterà sul piatto tutte quelle relazioni costruite in oltre trenta anni di onorata carriera politica. Per contro, voci di corridoio lo hanno dato in continuo contrasto con gli spin doctor che hanno gestito la sua campagna. Un vecchio animale della politica, difficilmente può accettare di essere guidato con la bacchetta anche se davanti ha uno dei migliori guru della comunicazione politica. Era dato da tutti sicuro vincitore ma rischia di vedersi rimontare dalla zarina di Cascina sul photofinish. VOTO 5,5
FATTORI. Il candidato di Toscana a Sinistra, contenitore esterno alla coalizione targata PD, ha fatto la sua decorosa campagna elettorale insistendo sui temi che lo diversificano da Giani. Contrarietà all’ampliamento di Peretola, sviluppo ecosostenibile della regione, diritti e libertà individuali che non vengono dimenticate. Coerente e presente, si merita di continuare a rappresentare tutto quel panorama politico alla sinistra del PD che Giani non è riuscito a coinvolgere. VOTO 7
GALLETTI. La candidata del M5S ha dimostrato molta preparazione e toni lontanissimi rispetto alle urla di Toninelli e della Taverna. Anche lei molto preparata sui punti cardini del M5S regionale e molto civile nei contenuti, nelle proposte e nei modi con cui ha girato la Toscana cercando di portare in giro le sue idee. VOTO 7
VIGNI. La candidata del Movimento 3V, che si batte affinché venga tolto l’obbligo dei vaccini, è il classico esempio di eccesso di democrazia. Messaggi pericolosi, teorie del complotto, populismo e demagogia, per fortuna, rimarranno fuori dalle istituzioni regionali. VOTO 3
BARZANTI e CATELLO. Candidati rispettivamente per il Partito Comunista Italiano e per il Partito Comunista, risulta difficile anche per un radicale come me comprendere le ragioni di un mancato accordo pre elettorale. In questa maniera, entrambi, si auto condannano alla marginalità politica, pur rappresentando un simbolo che ha fatto la storia della nostra Prima Repubblica e che, un tempo, era capace di rappresentare milioni di italiani. VOTO 4
Rispondi