Finito lo strazio elettorale: vinceranno i nasi turati

“Ho tanta voglia di infinito, ora che ho finito con te” cantano i Selton, gruppo folk italobrasiliano e la loro “voglia di infinito” è quella che pervade un po’ tutti quelli che hanno vissuto questa bizzarra e stramba campagna elettorale delle regionali.

Stasera, allo scoccare della mezzanotte, finalmente, finirà questo strazio. Perché la prima campagna elettorale post Coronavirus, specie in Toscana, si è caratterizzata per un continuo teatrino di offese, sberleffi, dirette Facebook e pochi temi.

Già le regionali entusiasmano poco anche i più avvezzi alla politica, ma questa tornata è stata “questione di feeling” con gli amanti del sangue e merda. Il candidato del centrosinistra, Eugenio Giani, che vive in una campagna elettorale perenne da anni, è sempre stato sicuro di vincere con facilità ma, camminando sul tappeto rosso che lo porterà a Palazzo Panciatichi, è inciampato in diverse buche.

A crearle è stata la sua principale rivale, ovvero quella Susanna Ceccardi che, sottovalutata dai più, ha lavorato esattamente come se fosse stata una candidata del centrosinistra. Ascolto delle persone, incontri nei luoghi cardine e parole semplici.

Toccando i nervi del Paese reale, Ceccardi è riuscita a coinvolgere tanti toscani che, solitamente, non avrebbero certo votato a destra. Perché contro un politicante che ricorda i salotti buoni per pochi, la zarina è sembrata essere per tutti, come durante i comizi col vecchio e caro megafono.

Giani probabilmente vincerà ma, per la prima volta nella storia, il centrosinistra si è trovato a doversi guardare le spalle in una regione dove ha sempre governato senza problemi. I sondaggi contano come il due di briscola e sono validi come delle ottime sottocoppe di peltro, ma la paura è molta.

Talmente tanta che, come già successo in passato, sono dovuti scendere in campo quelli del “turiamoci il naso” a spingere per il buono e caro voto disgiunto. Eugenio Giani deve vincere, poche storie, poco importa se ci sono altri candidati presidenti.

Tommaso Fattori e Irene Galletti, autori di due campagne piacevoli e di territorio, si devono rassegnare. Non solo sapevano già in partenza di non vincere, ma ora sanno che la longa manu del terrore non li farà votare. È persino sceso in campo Marco Travaglio; sono tornati alla ribalta addirittura celebri esponenti della rive gauche fiorentina che sono stati rispolverati per l’occasione e si sono anche potute rivedere le sardine.

Dopo la manifestazione di questa sera, poi, dove il centrodestra ha riempito Piazza della Repubblica, il grande terrore serpeggia tra gli iscritti. Perché se il Trio Lestrano Meloni-Salvini-Tajani ha scaldato la piazza fiorentina tra mascherine personalizzate, gadget e contestazioni; Giani ha chiuso la campagna dentro una bolla con ospiti solo fiorentini e nessun leader nazionale.

La passata di Zingaretti da Pistoia non si conta, ma poi perché Pistoia? A meno di due giorni dal delicato voto tutti spingono Eugenio perché, quella Toscana che fino a poco fa veniva data per sicura, adesso sta incredibilmente vacillando.

E Piazza Della Repubblica ne è la dimostrazione, perché i tre leader hanno letteralmente conquistato Firenze con oltre duemila persone di venerdì pomeriggio, bandiere spiegate e un tifo da stadio.

Vedremo che ne sarà nelle urne, intanto però a gadget e oggettistica il centrodestra ne ha da vendere. La bottiglia personalizzata “Sete di Cambiamento? Vota Torselli” è un colpo di genio che il triste e rosso scolorito centrosinistra non ha avuto. E il discorso conclusivo di Susanna Ceccardi, sicuramente, colpirà nel cuore un popolo indeciso.

E proprio il popolo il Partito Democratico non ha considerato che Giani non fosse un candidato per il popolo lo si sapeva e lo sapevano benissimo anche nelle secrete stanze del Partito Democratico. Il buon Eugenio è uomo delle istituzioni, estremo conoscitore di questa terra e politico vero. Metterlo contro a Susanna Ceccardi però, è stato un rischio e lo si è visto subito fin dai primi confronti.

Ceccardi è giovane, spigliata ma con un’esperienza pungente e già dal primo dibattito organizzato da La Nazione fece capire quale sarebbe stata l’aria in Toscana.

Il centrosinistra, lunedì, dovrà sedersi e capire cosa fare da grande perché così non può certo andare avanti. Perché se il trio a destra ha il vento in poppa, il PD toscano vive una fase critica e continua a campare di rendita grazie al buon lavoro fatto in passato.

Questo lo dimostrano gli ottimi candidati scelti su Firenze che, come nel caso di Massimo Mattei, hanno chiuso la propria campagna in maniera migliore rispetto al candidato presidente.

Lo scopriremo solo vivendo. Intanto, il clima, è veramente infame.

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