Impazza la polemica social per l’8 settembre. Ad alzare il polverone è stato Daniele Spada, leader del centrodestra pratese accreditato come uno dei favoriti per entrare in Consiglio Regionale nelle fila della Lega, il quale ha annunciato che, in segno di protesta nei confronti della decisione dell’amministrazione comunale di riservare pochi posti disponibili in piazza Duomo alle tante autorità e a pochi operatori sanitari, seguirà l’evento da casa in compagnia dei suoi cari.
Ciao Daniele, ho letto la tua polemica su Facebook. Potresti spiegare ai lettori di Targettopoli come mai hai deciso di non partecipare alla cerimonia dell’8 settembre in piazza Duomo?
“Perché non ho condiviso la scelta dell’amministrazione comunale di riservare la possibilità di assistere al Corteggio, ai concerti e all’ostensione in piazza solo alle autorità (e a pochi operatori sanitari selezionati). Si poteva fare diversamente.”
Tipo?
“Tipo permettere un accesso libero, ma regolamentato a parte della piazza, con prenotazione ad esempio. Si sarebbe potuto permettere l’accesso a qualche centinaio di persone in sicurezza. Così sa veramente di spettacolo per pochi. L’8 settembre per me è una festa di popolo.”
Tu avresti avuto diritto a partecipare ma hai scelto di stare a casa in segno di protesta?
“Sì, ne avrei avuto diritto in quanto consigliere comunale. E non critico i colleghi che stasera ci saranno. Non è un segno di protesta. Solo che fatta così non è una festa a cui mi sento di partecipare. La guarderò su TV Prato. Ho semplicemente spiegato perché non ci sarò.”
C’è chi sostiene che, l’8 settembre, non dovrebbe esserci spazio per le polemiche.
“L’8 settembre come prima cosa è la festa di tutti i pratesi. E va festeggiata. Ma chi dice che non si devono fare polemiche è perché, probabilmente, non le sa accettare.”
Eppure anche per il ricordo delle vittime dell’eccidio di Figline il 6 settembre ci sono state polemiche sul comizio, probabilmente inopportuno, fatto da Giani.
“Io credo che le critiche, più che le polemiche, se sono rispettose delle circostanze, dei luoghi e delle persone, siano sempre legittime.”
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