Sono atterrato Martedì mattina all’aeroporto Marconi di Bologna dopo qualche giorno in Grecia. Esattamente ventiquattro ore prima dell’introduzione dei tamponi obbligatori voluti dal governatore Bonaccini per coloro che rientrano da Spagna, Malta, Croazia e, appunto, dalla Grecia. Negli ultimi giorni si è scatenata, soprattutto grazie ai media, la solita isteria collettiva che, come successo nei mesi scorsi coi runners, con chi portava i bambini ai giardini un quarto d’ora e poi con la movida, adesso ha messo nel mirino dello sfogatoio nazionale quelli che vanno in vacanza all’estero e i giovani che vanno a ballare. Se per questi ultimi l’ottimo Baldi ha già scritto il suo pensiero qui, mi sembrava opportuno condividere con voi la mia esperienza recente in terra ellenica.
I NUMERI DEL CONTAGIO. Innanzitutto vorrei partire dai numeri. In Grecia, da Marzo ad adesso, si sono registrati 6.381 contagi. Se paragonati ai nostri 250.000, ai 330.000 della Spagna o ai 210.000 della Francia, capirete da soli che la portata del contagio qui è assai inferiore che nel resto d’Europa. Il trend dei casi giornalieri è sicuramente in crescita visti i sei milioni di turisti che in questa stagione stanno visitando la nazione, ma siamo comunque lontanissimi da tremila casi giornalieri registrati Spagna, ad esempio.
DALL’AEROPORTO ALLE ISOLE PASSANDO PER ATENE. Sin dall’arrivo all’aeroporto internazionale di Atene, ho toccato con mano quanto tutti fossero diligenti e organizzati. Tra Atene e l’isola in cui ho trascorso le mie vacanze, Antiparos, in ogni spazio al chiuso ho sempre visto indossare tutti le mascherine e mantenere le distanze necessarie. Nei musei aperti gli ingressi sono contingentati, nei ristoranti e nei locali in cui vengono serviti aperitivi devono stare tutti seduti e con le dovute distanze. Nelle spiagge la situazione è stata sempre la stessa: poca gente e distanziata. Ovviamente questa è stata la situazione che ho trovato in questa isoletta tranquilla e paradisiaca accanto alla più grande Paros. La situazione in isole come Mykonos, dove ci sono molte più discoteche e locali per il divertimento dei giovani, sicuramente è stata ed è differente. E qui arrivo al punto.
IL PROBLEMA SONO LE VACANZE ALL’ESTERO O IL NON RISPETTO DELLE POCHE REGOLE DATE? Fare del terrorismo mediatico su coloro che hanno scelto di fare le proprie vacanze all’estero è quanto di più sbagliato si possa fare. Ci sono famiglie, come la mia, che sono andate all’estero (peraltro in località remote con pochissimi turisti) rispettando le poche regole che ci sono state date: mascherine sempre al chiuso, no assembramenti, ingressi contingentati, distanziamento sociale sempre. Poi ci sono ragazzi poco più che maggiorenni che invece hanno scelto di andare a Mykonos o in altre mete e che, dalle 18 fino alle 4 del mattino, si sono accalcati senza mascherina e sono stati tutti appiccicati a ballare in pista come se non ci fosse un domani. Poi, per carità, magari il virus l’ho contratto io quell’unica volta che mi sono scordato di entrare con la mascherina in un supermercato ad Antiparos e, quei tre secondi senza, possono essere stati per me fatali. E magari può non averlo preso il diciottenne a Mykonos che per una settimana ha girato tutte le sere discoteche dove nessuno indossava la mascherina. Se però parliamo di probabilità, non c’è paragone.
L’ESEMPIO DI IBIZA. Chi andrà questa estate nella isla bonita la troverà profondamente cambiata: locali e discoteche con capienza superiore alle trecento persone rimarranno chiusi, i ristoranti dovranno tirare giù le serrande alle 2 mentre i bar alle 22. Le spiagge saranno controllate in modo da evitare assembramenti e i gruppi con più di venti persone sono vietati. E non venite a dirmi che in Italia non si sono chiuse le discoteche perché la lobby dei locali è molto influente o perché ci lavorano troppe persone. Avete idea dell’impatto dell’industria della nightlife per Ibiza? Diciamo tranquillamente che il governo delle Baleari ha dato la priorità alla salute delle persone mentre altrove, Italia compresa, si è fatto altre scelte.
IL TERRORISMO MEDIATICO. Ed è così che i telegiornali nazionali e le principali testate giornalistiche, da qualche giorno hanno iniziato ad indicare come principali untori coloro che hanno scelto di fare le vacanze all’estero. Il tutto mentre in tantissime regioni italiane decine di migliaia di giovani si scatenano nelle discoteche senza mascherina e, figuriamoci, senza distanziamento sociale. I sovranisti del turismo ripetono in continuazione che quest’anno avremmo dovuto tutti fare le vacanze in Italia e, in parte, così stato. Nella costa toscana non si registravano certi numeri dagli anni 80′, la Puglia e la Sicilia sono prese d’assalto e anche in riviera romagnola ci sono numeri da tutto esaurito. Ma scusate, non dovevano evitare gli assembramenti? Sarà più sicuro fare le vacanze in un’isola sperduta della Grecia o in una mai come quest’anno deserta Formentera, oppure in una isola d’Elba in cui le persone, per entrare nelle spiagge, sono costrette a stare una sopra l’altra?
LE INDECISIONI DEL GOVERNO. Io la strategia del Conte-Casalino la capisco perfettamente: dare contro a quei pochi che tornano dall’estero per coprire, per l’ennesima volta, la loro inadeguatezza politica. Come sempre, in Italia, si è scelto di non scegliere. Discoteche aperte da più di un mese per poi rendersi conto, adesso, che forse le discoteche andavano chiuse in quanto è praticamente impossibile garantire nei locali certi standard di sicurezza. Confini aperti, con la possibilità quindi per gli italiani di fissare le loro vacanze dove meglio ritenevano opportuno, salvo poi far passare come untori tutti quelli che hanno fatto questa scelta.
Io la settimana prossima trascorrerò gli ultimi giorni di vacanza a Formentera (non ho mai trovato i prezzi così bassi, mentre per rimanere in Italia i prezzi non sono mai stati così alti) e vi dico la verità: sarei molto più preoccupato se dovessi andare all’Elba o in Salento. Ovviamente ho già prenotato il tampone e sono perfettamente a conoscenza di tutte le procedure che dovrò rispettare al mio rientro. Oltre ad un reportage sull’esperienza di viaggio a Formentera ai tempi del Covid come ho fatto in questo caso per la Grecia, pubblicherò su questo blog anche l’esito del risultato del tampone.
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