Esiste un problema in Via Settesoldi?

Due giorni fa un gruppetto di spacciatori maghrebini, dopo essere stati respinti da un locale in via Settesoldi, sono tornati per una spedizione punitiva (sul Corriere Fiorentino il VIDEO dell’accaduto). Tra il solito spray al peperoncino e le sedie gettate contro gli avventori del Pinchos, quelle a cui abbiamo assistito sono scene che non dovremmo mai vedere nella nostra città ma che, incredibilmente, ricalcano quelle già viste a fine febbraio prima del lockdown (qui trovate il servizio di TV PRATO). Non solo: anche a fine maggio la cronaca locale raccontò di una rissa tra giovanissimi dove di mezzo c’era sempre questo benedetto spray al peperoncino (qui l’articolo de La Nazione). Esiste un problema in Via Settesoldi? O bisogna allargare il quadro d’insieme e affrontare la questione su tutto il centro storico?

Il fatto ha scatenato subito le reazioni prevedibili di tutta la politica: da una parte le opposizioni che attaccano l’amministrazione comunale e, dall’altra, la giunta che si smarca dalle accuse e minimizza l’accaduto. Vorrei spiegarvi, secondo il mio parere, perché stanno sbagliando tutti.

Innanzitutto il pensiero va subito al titolare del locale preso di mira e anche a tutti gli altri ristoratori che hanno investito nel nostro centro storico: episodi di pura violenza come questi, soprattutto se ripetuti nell’arco di qualche mese, allontanano le persone a vivere i locali del centro. Via Settesoldi è una delle zone simbolo della rinascita degli ultimi anni. Laddove fino a pochi anni fa c’erano tanti fondi sfitti adesso ci sono decine di locali uno dietro l’altro e centinaia di persone. E, come tutte le cose che funzionano, ci vogliono anni e sacrifici per tirarle su e pochi mesi per vederle morire.

Le opposizioni chiedono una presenza fissa della municipale e maggiore attenzione. Anche il titolare del locale in questione si è lamentano dell’intervento tardivo della Polizia. Dalla giunta rispondono, come sempre, minimizzando su quanto accaduto, respingendo le accuse e chiedendo che queste notizie non vengano strumentalizzate per fini politici. Insomma, il solito teatrino che sposta l’attenzione su un dibattito politico forse adesso troppo attento al voto regionale di settembre e poco sensibile alla vera risoluzione dei problemi della città.

I fatti parlano chiaro e bisognerebbe rimanere su questi per comprendere il problema: un gruppetto di noti spacciatori maghrebini (si conosce addirittura la loro zona di spaccio che sarebbe Piazza Mercatale) ha preso di mira un locale e, indisturbati, hanno creato il panico lanciando sedie e tavolini ferendo un addetto alla sicurezza del locale e creando non pochi problemi di ordine pubblico in tutta la zona. Mi sembra evidente, ma forse solo a me dato che anche in tutti i commenti su Facebook non ne ho visto traccia, che il problema del centro storico di Prato sia il ritorno con una certa forza dello spaccio di sostanze stupefacenti. Rientrando a casa dal parcheggio del Serraglio ormai non ci faccio nemmeno più caso alle volte che ho visto spacciatori consegnare indisturbati la loro merce brevi manu ai loro clienti anche durante le ore diurne.

L’unico vero modo per risolvere questo problema che la nostra città si trova ad affrontare almeno dagli anni 70′ sarebbe quello di liberalizzare e regolamentare la vendita delle droghe cosiddette leggere come funziona in tantissimi Paesi stranieri più evoluti culturalmente del nostro e senza le nostre zavorre etiche e criminali. Se togli lo spaccio dalla strada risolvi anche tutti i problemi collegati. Altrimenti, come mi ha fatto notare giustamente qualcuno sui social, laddove ci sono locali, giovani e alcool ci saranno anche sempre spaccio e rischi di diverbi e risse. In attesa che il Parlamento legiferi su questo (chissà quanti anni ancora dovremo aspettare), cosa fare?

Mi fanno sorridere Lega e Fratelli d’Italia, che in Consiglio Comunale continuano a chiedere maggior sicurezza e dispiegamenti delle Forze dell’Ordine e poi sono i primi ad opporsi a quella legalizzazione delle droghe leggere che risolverebbe il problema in maniera radicale. Mi lasciano perplesso anche le prese di posizione della maggioranza, che si approccia al centro storico decidendo di investire decine di migliaia di euro in campagne di marketing che non servono ad un emerito cazzo, in point lab, in call for ideas (come se una cazzata, chiamandola con un nome inglese, diventasse di botto un’idea geniale), salvo poi minimizzare davanti ad episodi che non dovrebbero in alcun modo accadere. Abbiamo un assessore alla sicurezza e un consigliere comunale delegato al centro storico: ne rispondessero politicamente loro.

Negli ultimi sei mesi sono stati tre gli episodi di risse e violenza nella zona di via Settesoldi. Se si considera che per tre mesi siamo stati chiusi in casa, i dati sono allarmanti e chi sostiene che siano cose normalissime sbaglia. Da abitante del centro sono molto preoccupato più che altro perché continuo a non vedere una visione politica chiara su cosa debba diventare il nostro centro storico in futuro. Alle interviste piene di propositi e di progetti da parte di consiglieri e di assessori purtroppo non sono ancora seguiti i fatti. In generale, mi sembra ci sia una chiara strategia da parte di questa amministrazione nello scegliere di non intervenire in maniera decisa e decisiva nei processi fondamentali che determinano le cose in questa città, nel bene e nel male. Si preferisce coprire i problemi con delle campagne di marketing che drogano massicciamente la narrazione quotidiana ma, nel mentre, le magagne continuano ad esserci e a creare disagi. Il modo in cui non sono stato gestiti i problemi di via Settesoldi  in questi mesi sono un esempio lampante.

Da una parte fanno bene e li capisco, perché molti pratesi si sono fatti rimbombare il cervello con le Veronichine, le giungle urbane, le spiagge sul Bisenzio e i playground ormai sparsi per tutta la città come se non ci fosse un domani. Più difficile convincerli con la politica che, però, continua ad essere l’unico modo per risolvere le cose che non funzionano.

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