“Stessa storia, stesso posto, stesso bar” cantavano gli 883 in uno dei loro pezzi anni 90′. “Stessa storia, stesso posto, stesso ristorante in piazza San Francesco” potrebbe essere utilizzato stavolta per raccontare il fatto accaduto due sere fa e che sta scuotendo il centrodestra pratese, anche se in maniera silente e non pubblica, già in fibrillazione per le imminenti candidature regionali.
“È stata una leggerezza che abbiamo subito condannato e che non ricapiterà. Ci si aspetta responsabilità da parte di chi rappresenta le istituzioni”. Con queste parole il coordinatore provinciale Gabriele Genuino provò a superare il polverone sollevato il 28 maggio scorso, quando il consigliere comunale Marco Curcio pubblicò sui social una foto mentre era a cena con altri militanti della Lega ed erano tutti molto vicini e senza mascherine. Successe il putiferio e Curcio fu crocifisso pubblicamente. Qualche suo collega ne approfittò anche per metterlo in difficoltà e chiedere anche le sue dimissioni.
Sono passati soltanto cinquanta giorni e, a ricascarci, adesso è proprio lo stesso Genuino con un’altra consigliera comunale della Lega, Patrizia Ovattoni, seduti entrambi al tavolo dello stesso ristorante con altri militanti nelle stesse identiche condizioni di Curcio: senza mascherina e tutti molto, forse troppo, vicini.
Badate bene: per il sottoscritto non aveva fatto niente di male Curcio il 28 maggio e non hanno assolutamente fatto niente di male Genuino e Ovattoni la scorsa sera. Sicuramente la situazione di adesso è differente da quella di un mese e mezzo fa ma è anche giusto ricordare che le norme che regolano distanziamento sociale e uso dei DPI sono ancora le stesse, almeno fino a fine luglio.
Ci tengo però ad evidenziare come nella Lega, almeno in questa vicenda, siano stati usati due pesi e due misure: per il nuovo arrivato Curcio la pubblica gogna mentre per il coordinatore provinciale e la navigata Ovattoni qualche malumore in privato e nulla più. Il coordinatore Genuino stavolta non ha niente da dire?
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