Eugenio Giani sarà il prossimo governatore della Toscana e, le imminenti elezioni di settembre, serviranno solo a determinare gli equilibri politici tra le varie forze politiche all’interno del prossimo consiglio regionale. Il percorso tafazziano con cui, nel centrodestra toscano, si è arrivati, pare, a confermare il nome della zarina Susanna Ceccardi come sfidante del navigato politico nato a Empoli, si può definire tranquillamente come suicida.
VOLUTAMENTE SUICIDA? La domanda da porsi è se nel centrodestra toscano abbia ci sia mai stata veramente la volontà di prendersela davvero la Toscana. E, la solita domanda, potremmo farcela tranquillamente sia per Firenze che per Prato, ad esempio, visti i percorsi a ostacoli con cui si è arrivati a trovare i nomi dei candidati che hanno sfidato la scorsa primavera, perdendo, sia Nardella che Biffoni.
Nei corridoi della politica si mormora di un accordo nazionale di spartizione vera e propria tra le forze politiche principali. Col il PD e Italia Viva che non andrebbero mai a creare una vera e propria alternativa credibile in Lombardia e Veneto e con la Lega e FdI che mai metterebbero in dubbio la governance uscente in Toscana ed Emilia Romagna. Il M5S è fuori da queste dinamiche perché Casaleggio ha già dimostrato di non essere interessato alle dimensioni locali. Uno scenario abbastanza plausibile, anche se non verrà mai confermato dai diretti interessati, nel quale gli equilibri verrebbero determinati direttamente dalle cabine di regia romane e non dalla volontà dei territori. Scelte, strategie e decisioni imposte quindi da Roma e fatte ricadere, senza possibilità di discussione, sulle dimensioni territoriali della politica.
In effetti, il percorso con cui si sta arrivando al nome della Ceccardi, farebbe intravedere tutto questo. Bastano un paio di commenti dubbiosi da parte di qualche esponente regionale degli alleati della coalizione per sabotare, dall’interno, qualsiasi campagna elettorale. E mentre Giani già in autunno incassava pesanti conferme da parte di quasi tutti i partiti democratici, progressisti, liberali e socialisti e la sua candidatura non è mai stata messa in discussione da nessuno, la giovane europarlamentare di Cascina, soprattutto in queste settimane, si è dovuta premurare di più di scansare il fuoco amico che gli attacchi provenienti dal PD. E questo la dice lunga.
VITTORIA IN TASCA. È quella che Giani ha già. Si potrebbe anche evitare questo esercizio barocco del voto, risparmiando anche diversi soldi, e andando direttamente alla composizione della prossima giunta regionale. La Ceccardi, dopo qualche settimana di campagna elettorale nel torrido agosto che si prospetta per la Toscana, se ne tornerà a Bruxelles a fare ciò che stava facendo prima fingendo di leccarsi quelle ferite che in realtà non ha mai avuto. Esattamente come è tornata a Roma la candidata leghista in Emilia Romagna Lucia Borgonzoni, sconfitta dal dem Stefano Bonaccini.
Tutte candidature col paracadute insomma. Tutte pedine obbedienti lanciate in orbita al momento opportuno tipo la donna cannone di De Gregori che però, a differenza di queste giovani rampanti leghiste, non ha mai avuto la garanzia di ricadere a Montecitorio o a Bruxelles.
TRUMAN SHOW. Perché se in una competizione elettorale non c’é davvero la volontà di vincere, cosa rimane di questa politica se non una messa in scena teatrale? Da come sta arrivando questa candidatura, e secondo gran parte della stampa fiorentina pare ormai cosa fatta, sembra proprio che il centrodestra toscano sia più interessato a stare un’altra legislatura a fare una specie di opposizione soft piuttosto che a prendersi l’onere di governare una regione complessa. Ai consiglieri eletti toccherebbero sicuramente cinque anni sul velluto, dove ogni tanto sarebbero chiamati a lanciare qualche accusa per stare in prima pagina e per giustificare il fatto di rappresentare qualche centinaia di migliaia di elettori toscani per poi, sotto traccia, andare a braccetto con il centrosinistra verso quella perenne spartizione del potere che, senza ombra di dubbio, conviene molto di più a tutti.
E, badate bene, questo ragionamento sul centrodestra toscano potrebbe essere tranquillamente fatto per il centrosinistra veneto e per ogni altra regione italiana in cui, gli equilibri politici, vengono regolati dalle spartizioni romane.
A questo punto la domanda è una sola: dove si terrà la festa per la vittoria di Eugenio Giani?
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