Nel giorno del grande sogno Serie B per il Monza del Presidente Berlusconi, l’onorevole Erica Mazzetti di Forza Italia questa mattina ha espresso ai microfoni di Targettopoli Live alcuni dei suoi grandi sogni per Prato e per la Toscana.
Una delle vicende più calde a Prato del weekend è sicuramente il destino del vecchio ospedale Misericordia e Dolce. Che succederà?
“È noto che da sempre ho combattuto affinché l’ospedale non venisse demolito e che non venisse fatto un parco nel centro della città. È bellissimo il verde, ma la zona andrebbe ristudiata. A Prato, non parliamo solo della città, un solo pspedale non può essere sufficiente. La nostra provincia con tutto il suo distretto conta poco più di 250.000 abitanti. Abbiamo un ospedale a intensità di cura, che è ben diverso dall’ospedale di comunità che avevamo prima e che poteva ospitare fino a seicento persone. Tutta l’area deve essere rivalutata, ormai da anni si parla di demolizione ma si inseguono ricorsi. Io, se fossi il sindaco di Prato, farei un tavolo con tutti gli esponenti politici e con le categorie economiche della città per ristudiare questa zona. Io farei un villaggio della salute, dove oltre a un ospedale di comunità, incentiverei le eccellenze pratesi per fare un centro di ricerca e di università per la scuola. Chiedo al sindaco, ai miei colleghi parlamentari e ai consiglieri regionali di incontrarci quanto prima. Vorrei che Biffoni riattivasse quel Tavolo per Prato che Giacomelli e Mazzoni crearono anni fa.”
Un altro dei temi della settimana è stato quello della sbarra in Piazza Mercatale. Può essere questa la soluzione per combattere i parcheggiatori abusivi?
“La sbarra non è una soluzione a tutti i problemi. Dove ci sono le sbarre non è che sia cambiato tutto. Io non credo nelle sbarre. Bisogna fare un progetto diverso. È il momento giusto perché dobbiamo risollevarci da questa crisi economica. Anche qui va fatto un tavolo dove insieme iniziamo a ripensare al centro storico in maniera diversa. Ha ragione il presidente dell’ACI: c’è bisogno di una visione organica diversa. Bisogna valutare le esigenze di commercianti, residenti e di chi vive il centro. Non si può dire chiudiamo tutto e non si fanno gli ingressi esterni alla città. Bisogna essere concreti e unire le forze. Tutta la città di Prato deve essere ripensata, soprattutto per i parcheggi. Sono troppi anni che se ne parla e basta.”
Prossimo appuntamento cardine per la politica toscana saranno le imminenti regionali. La partita per il candidato governatore è ancora aperta?
“Certo che si, visto che facciamo parte di una coalizione nazionale non si può fare un discorso solo toscano. Già da tanti mesi è già scelto che a Fratelli d’ Italia toccassero le candidature nelle Marche e in Puglia, che la Lega prendesse Emilia Romagna, Veneto e Toscana e che a noi toccassero la Campania e la Calabria. Nel frattempo però, con una salviniana doc la Lega era convinta di vincere in Emilia e le ha perse, un po’ come a Prato con Spada. Oddio … Dare del leghista a Spada è tanta roba ora che ci penso! Pensavano che bastasse mettere una bandiera verde per vincere ma per fortuna non è così. Per questo Salvini non vuole più la Toscana perché non vuole accollarsi le responsabilità di un’altra probabile sconfitta. La Meloni non vuole cedere con la Puglia, Forza Italia idem sulla Campania e quindi serve una sintesi.
Credo che serva una riflessione. Abbiamo un candidato come Giani che è in campagna elettorale da cinque anni, perché lo abbiamo visto a tagliare tutti i nastri da quando è in regione. Fa finta di venire da Marte, invece era con Rossi. Abbiamo uno spazio e dobbiamo gestirlo bene. Credo che con un personaggio politico non si vinca. C’è un potere clientelare che nessuno vuole scardinare se non per un’alternativa diversa in grado di dare certezze, come accadde con Cenni nel 2009. Dobbiamo essere in grado di mettere da parte personalismi politici e trovare una persona con uno spessore civico e imprenditoriale forte che può far dire al cittadino toscano: “Con questo si può cambiare qualcosa”. Ci vorrebbe un piccolo Berlusconi toscano o un grande Cenni. Un’idea l’ho già espressa sia a livello regionale che nazionale però credo che sia opportuno fare un cambio radicale, altrimenti si può stare a casa.”
Un altro tema caldo è lo Stadio della Fiorentina. Lei è intervenuta dopo la conferenza di Nardella sull’argomento. Davvero è una sconfitta per il PD non avere ancora certezze sull’impianto?
“Premesso che non sono qui a fare discorsi da tifosa dato che non seguo il calcio. Da un punto di vista neutro e politico, quando c’è un imprenditore che viene nel nostro territorio e vuole investire, non bisogna mettergli dei lacci ma va agevolato in tutto e per tutto. Si sa qual è la situazione del Franchi e quali sono i suoi vincoli. È impossibile lavorare su quello stadio da quello che mi dicono. Dato che sono stato riscontrate difficoltà anche a livello infrastrutturale e tecnico, perché non scegliere un’altra area? Poi aggiungiamo anche che se uno vuole andare a Firenze un giorno che c’è la partita, tutta la città è bloccata. Lo stadio è messo in una zona non strategica e sarebbe molto più opportuno inserirlo in un’area ad esempio tra l’uscita di Prato est e Firenze Nord, dove ci sono ancora diversi terreni liberi e dove vi si può accedere bene da un punto di vista logistico. E poi per quale motivo Prato non dovrebbe cogliere l’opportunità di fare uno stadio sul confine? In questi casi chi amministra non può che ascoltare gli imprenditori come Commisso che vogliono investire. Nardella sta facendo da paravento a una situazione che gli è sfuggita di mano dato che Firenze la Fiorentina è la cosa più importante. Avendo aggredito uno dei presidenti più amati d’Italia ha fatto un passo falso. È inutile che ora si voglia riprendere facendo una conferenza stampa dove non ha detto niente, se non un giro di parole senza senso. Lavoriamo con Commisso che ha ottime idee.”
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