“È da molto tempo che sostengo che l’intesa di governo tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle debba sfociare in un’alleanza permanente. Naturalmente le decisioni non devono essere calate dall’alto e vanno prese caso per caso, ma la prospettiva è quella”. Sono queste le parole usate da Dario Franceschini, ministro e capo delegazione PD nel governo, in merito ad un probabile accordo elettorale tra Pd e M5S in vista delle prossime elezioni regionali. Sono anni ormai che il leader di AreaDem corteggia il partito di Casaleggio. Anche quando, sul fronte democratico, erano in pochi anche solo a pensare a questo matrimonio.
Quindi mentre il segretario Zingaretti sonnecchia, il navigato Franceschini prova a imporre la sua linea politica che, al di là di come andranno le cose, ha il merito se non altro di saldare ulteriormente l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte il quale, secondo indiscrezioni, starebbe lavorando ad un suo partito in vista del 2023. Un primo endorsment, di quelli con un certo peso, è arrivato persino da Enrico Letta, ospite di Circo Massimo su Radio Capital, che ha commentato così: “Se Salvini e Meloni continuano a stare fuori da qualunque ragionamento europeo, la linea di Franceschini non ha alternative”.
Un asse PD-M5S in vista del prossimo voto regionale rischia di avere delle ripercussioni enormi anche in Toscana, dove la candidatura di Eugenio Giani sembra a questo punto incredibilmente in discussione. Se davvero venisse confermato questo tipo di accordo, sia il PD con Giani che il M5S con Irene Galletti sarebbero costretti a trovare un terzo candidato in grado di rappresentare entrambi. E, non lo escludiamo, se davvero si andasse verso la presentazione alle regionali dell’asse governativo, magari anche gli esponenti di LeU potrebbero avere il loro interesse a far parte della coalizione anziché restarne fuori.
Con questo scenario, le forze liberali come Italia Viva, Più Europa, Azione, socialisti e magari anche le forze ambientaliste, sarebbero orientate a fare una corsa a parte staccata dalla coalizione demopopulista. Renzi, Della Vedova e Calenda hanno sempre dichiarato di non essere disposti a far parte di un accordo politico elettorale dove ci fossero anche i grillini. Le regionali possono essere un ottimo test per l’area liberale del Paese che sembra sempre più un piccolo pollaio con troppi galli.
A destra le cose non vanno meglio. Alla dichiarazione del capogruppo di Fratelli d’Italia di Prato Claudio Belgiorno che potete leggere qui, ha fatto seguito anche quella del leader di Forza Italia Tajani che rafforza i dubbi sulla forza della candidata scelta dal Carroccio Susanna Ceccardi. Dalla Lega fanno sapere che sul nome della “zarina” non si torna indietro ma, sinceramente, sembrano più che altro scaramucce per regolare gli equilibri di forza all’interno del centrodestra in vista della prossima composizione delle liste piuttosto che reali distanze in grado di far saltare un progetto di candidatura unitaria.
Se lo schema pensato da Franceschini dovesse concretizzarsi, in Toscana e nelle altre regioni al voto avremmo queste tre coalizioni a contendersi le presidenze:
- PD – M5S – LeU
- Italia Viva – Più Europa – Azione – PSI – Verdi
- Lega – Fratelli d’Italia – Forza Italia
La redazione di Targettopoli ha deciso di dedicare molto spazio, nei prossimi mesi, alle elezioni regionali. Cercheremo di informarvi e di intrattenervi con un appuntamento elettorale che, viste le premesse, sicuramente non farà mancare colpi di scena.
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