L’inspiegabile atteggiamento di Rossi delle ultime ore. Alla fine però, anche la Toscana ripartirà dal 18 maggio

“Tagliarsi il pisello per fare uno spregio alla moglie”. Se fossimo al bar e dovessimo riassumere il comportamento di Enrico Rossi nei confronti delle riaperture, questa frase darebbe la quadra a una situazione surreale.

Da una parte c’è il Governo che, nell’attesa del Decreto Rilancio, dovrà dare il via a tutte quelle attività ancora chiuse. Dall’altra le regioni che, per quanto concerne le libertà dei DPCM, possono restringere ma non allargare tali provvedimenti. E sebbene la data di Lunedì 18 maggio fosse già cerchiata di rosso sui calendari di tanti parrucchieri, centri estetici e negozianti rimasti chiusi, solo ieri in tarda serata si è avuta la certezza della possibile riapertura. Ben quarantotto ore prima della ripartenza.

In tutto questo caos, poi, ci è pure entrato il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che, per mere questioni politiche rivestite da “cresce la sindrome del tutto e subito”, si è impuntato. Inizialmente con delle vere e proprie barricate per poi cambiare di nuovo strategia. Lo stop rossiano era ovviamente una pura questione tra politicanti che, come sempre, andava a colpire i commercianti che, già vessati dalla pandemia, dalle spese per santificazioni e dai continui cambi di idee, non avrebbero saputo più cosa fare.

Il Consiglio Regionale della Toscana aveva proposto, in maniera unitaria, di riaprire gli esercizi commerciali operanti sul territorio. I consiglieri avevano chiesto alla Giunta di impegnarsi sul tema, ma questo “impegno” è arrivato solo dopo la presa di posizione del Governo. Ieri, infatti, si è consumato, per tale motivo, l’ennesimo atto di tira e molla tra il Governo e le regioni sbloccato solo in serata. Fatto sta che ogni minuto passato a litigare è stato un momento in più perso per queste categorie che sono arrivate all’esasperazione.

Il Governo avrebbe trovato l’accordo per riaperture simili in tutte le regioni, accettando la loro proposta, con la distanza sociale di un metro tra commensali e non folli invenzioni. Inoltre, anche la non responsabilità del titolare nel caso di malattia di un dipendente è diventata una piccola vittoria per le categorie.

Una vittoria è anche e soprattutto quella delle Regioni che, incredibilmente, hanno fatto cambiare idea al Presidente del Consiglio facendolo risvegliare dal torpore del rilancio e ricordandogli che ci sono tanti esercenti a cui è stato detto che si sarebbe riaperto ma ai quali gli è stato detto come. Perché nonostante le urla di qualcuno e l’ergersi a King Kong della situazione, ci sono tanti esercenti, parrucchieri, estetiste, albergatori che in silenzio stanno studiando la situazione e sono pronti a lottare per questa Fase 2 del commercio.

E se coi protocolli ipotizzati da Inail e ISS si sarebbe andati poco lontano, con la riapertura in Toscana il 21 maggio non si sarebbe andati proprio da nessuna parte. Davvero tre giorni rispetto alle direttive nazionali, signor Enrico Rossi, avrebbero potuto cambiare la vita dei toscani? Sarebbe stato una discorso intelligente quello di Rossi, dato che Lunedì 18 avremo un primo riscontro statistico su un’eventuale ricaduta a seguito della riapertura del 4 maggio. Peccato poi che le motivazioni siano state altre.

Siamo tutti d’accordo che la salute debba venire prima di tutto, ma uno spostamento di settantadue ore sarebbe stato soltanto uno spreco di tempo. Questo non è il tempo per le bizze, ma quello di agire.

Continuando in questa maniera, a vincere sarebbe stato solo l’abusivismo dilagante, in ogni settore. Per mangiare c’è da lavorare e, in un modo o nell’altro, qualcuno si sta già attrezzando. Non tutti hanno babbo Stato che puntualmente foraggia il conto corrente. La Toscana è stata uno dei fiori all’occhiello, con ovvie ombre tra le tante luci, di questa pandemia. Era il caso di sciupare tutto così per uno strizzone politico?

Coi se e con i ma non si va da nessuna parte e Rossi lo sa. Tanto che, ieri, ha firmato una nuova ordinanza per dettare tempi e percorsi certi per tamponi, test sierologici e indagini epidemiologiche potenziando concretamente la medicina sul territorio. In 24 ore, con richiesta del medico di famiglia, si potrà avere un tampone se si hanno sintomi. E nelle 24 ore successive si saprà l’esito e, in caso di positività, sarà fatta l’indagine tra i contatti che il soggetto che ha avuto, famiglia compresa.

Perché buttare tutto il lavoro con un muro inutile? Infatti, nelle prime ore del mattino, il Governatore ha deciso che la Toscana seguirà le linee nazionali e le tante categorie in ballo potranno riaprire già da Lunedì 18. Rossi ha poi attaccato velatamente Conte, lamentandosi di tutte le vittorie che i suoi colleghi governatori hanno avuto tra distanze e negozi che potranno riaprire.

Poi, sempre il Governatore, ha voluto sottolineare che “La mia opinione era e resta diversa ma non voglio che la Toscana sia penalizzata rispetto ad un quadro nazionale” dimostrando che la sua bizza fosse soltanto qualcosa di meramente politico e volubile. Tanto poi che è lo stesso ad ammettere che “i nostri dati sono migliori rispetto a quelli di tante regioni”. Infine, incredibilmente, Rossi ha voluto dare anche un altro scossone politico e, senza citazione, ha attacca il Premier Conte perché a detta sua procederebbe “a colpi di strambate e a cambiamenti repentini”.

A meno di due giorni dal “riapriamo tutto”, siamo arrivati quasi al punto di arrivo. Manca solo il DPCM, ma le basi sono gettate. Peccato che chi riaprirà, ancora, ha solo delle ipotesi di massima sotto mano. Non che la linea toscana fosse Toscana fosse più chiara, ma il dietrofront del Governo nei confronti delle Regioni è l’ennesimo nascondere la testa sotto la sabbia davanti alla difficoltà.

Zero strategia comune, zero ascolto del Paese. Rossi avrebbe voluto tagliarselo per spregio, ma gli altri Governatori l’hanno fermato. Per Conte invece, tra governo e regioni c’è stata un “poderosa collaborazione”. Mistero della politica italiana.

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