C’è un posto piccolino, nel cuore del quartiere Santa Trinita, che negli ultimi anni si è preso con decisione una fetta di clientela molto raffinata. Autentico paradiso dell’healty food, un po’ ortofrutta un po’ angolo del gusto, ha conquistato tutti con i suoi avocado toast, gli shirataki e il nasi goreng. Insomma, un giro del mondo dei sapori. Abbiamo parlato con Stefano, che è entrato nel dibattito sulla ristorazione senza peli sulla lingua.
Come avete vissuto questa quarantena?
“Con paura ed apprensione. Le notizie dei contagi che quotidianamente arrivavano erano disarmanti e non capivo bene come la situazione a Prato poteva evolversi. Quindi ho deciso di chiudere nonostante la mia categoria potesse rimanere aperta. Ho deciso di fare una quarantena volontaria, visto i tanti clienti che vedo ogni giorno nella mia piccola bottega. Questo per rispetto a loro, alla mia famiglia e a me. Poi visto che la situazione a Prato non era pesante come in altre regioni, ho deciso di riaprire.
E ora come si riparte?
“Con la sanificazione del locale innanzitutto. Per l’organizzazione del delivery di frutta e verdura poi, ho studiato un menù ad hoc che mi consentisse di gestire le consegne per pranzo e cena mantenendo la qualità e la freschezza dei miei piatti che, come sai, sono preparati al momento dell’ordine. Da pochi giorni ho inserito anche il take away, consentito dal nuovo decreto. Praticamente abbiamo dato inizio ad un nuovo modo di lavorare anche con ritmi molto diversi. Questo ci sta dando delle buone soddisfazioni anche perché, ai nostri clienti, “l’orto” mancava.”
C’è un grande dibattito in città sulla ristorazione. Si parla di destinare giardini, piazze e strade a disposizione dei locali per tutta l’estate. Che ne pensate?
“Attualmente penso sia l’unica soluzione possibile, anche per i ristoranti con ampi spazi che dovrebbero avere le stesse maestranze e relativi costi con una clientela ridotta del 50/70%. Ho letto sui quotidiani di Prato che il Comune sta ripensando agli spazi pubblici per dare la possibilità ai tanti piccoli locali, che in centro sono la maggioranza, di usare gli spazi adiacenti e le piazze. Io che già ho il permesso di usare lo spazio in fronte al negozio spero nella pedonalizzazione della via per usare anche il grande marciapiede di via Santa Trinita, allargando i tavoli con le distanze stabilita. Questo avvantaggerebbe tutti i ristoratori del quartiere. Lo scorso anno, durante la pedonalizzazione, tutti apparecchiavano nella via. Quest’anno deve essere così a maggior ragione. Dobbiamo cercare di sopravvivere in un periodo dove le vecchie certezze sembrano scomparse.”
Avete fatto parte inizialmente del Consorzio Santa Trinita. Molti vostri colleghi hanno chiesto che la gestione del bere e del mangiare, durante eventi come S.Orsola e S.Domenico, fosse destinata ai locali e ai ristoranti e non al Consorzio. Che ne pensate?
“Richiesta logica e sensata. Purtroppo il Consorzio è sempre meno presente per i veri bisogni di noi commercianti della zona. Anche in tempo di coronavirus nessuno si è fatto vivo quando invece avrebbero dovuto controllare ed interagire con i commercianti per informarci sulle riaperture, per la riorganizzazione degli spazi pubblici nel quartiere e per trovare le idee giuste che potessero aiutare tutti, ora e nei prossimi mesi. Insomma, quel dialogo che un consorzio vero dovrebbe avere con tutto il quartiere e che da tempo manca. Non dimentico nemmeno cosa successe due estati fa in S.Orsola con la gestione del bar e del ristoro dati ad un esercente che non era del quartiere, quando proprio in zona esiste la mia bottega che del bio e del mangiare sano ha fatto la sua bandiera. Non ricevetti nessuna proposta. Anzi, mi arrivò una richiesta esosa per poter partecipare ai pic nic con la fornitura del solo sacchetto con il loro logo. Non accettai e, con me, anche tanti altri ristoratori del quartiere.
Ho letto in questi giorni che il Consorzio avrebbe chiesto al Comune sia i giardini di S.Orsola che il chiostro di S.Domenico per gli eventi dell’estate. A questo punto però, più che continuare con la struttura del consorzio, sarebbe più opportuno facessero una srl di eventi vera e propria.”
Che estate ti aspetti?
“Un’estate in cui la gente avrà ancora più voglia di uscire e divertirsi, per lasciarsi alle spalle il lockdown e le paure che tutti noi abbiamo e stiamo ancora avendo. Più spazi liberi per tutti, con tutte le regole da rispettare e le distanze da mantenere, ci consentiranno di vivere la città anche nei mesi di Luglio ed Agosto.”
Come pensate sia stata gestita questa situazione emergenziale?
“Sicuramente errori ne sono stati fatti ma la situazione è stata imprevedibile, paradossale ed estrema, per cui non mi sento di addossare alcuna colpa né al Governo né tantomeno alla nostra amministrazione comunale. Per la quale, anzi, spenderei parole di elogio. Soprattutto per il nostro sindaco Matteo Biffoni, che sono sicuro sarà in grado di ascoltare le richieste di ogni singolo ristoratore e commerciante.”
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