Sette giorni son passati dall’ultima Pagellopoli e dovrebbe esser cambiato qualcosa vista la situazione di Pandemia e di Crisi nella quale viviamo. Sebbene Todo Cambia, reali cambiamenti pochi. Dopo la bella notizia della liberazione di Silvia Romano, le nuove liete sono poche. Il “decreto aprile” è diventato il “decreto metà Maggio”, il SuperMegaIper Commissario Arcuri annuncia cose che poi non fa, abbiamo scoperto che la Ministra Pisano ha un ministero (ma chi è?) con il quale prende in giro il Premier, la Serie A ha abbozzato un recupero salvo trovare malati e il Premier Conte ci dice che andremo in vacanza. Meglio un aperitivo sui navigli.
Lucio Barani voto 10. L’ex Senatore e ex Sindaco di Aulla, ora segretario del Nuovo PSI, ha postato su Facebook una foto con una mascherina personalizzata col simbolo del suo partito. Allegato a questo post ha aggiunto: “In hoc signo vinces, bisogna tornare a essere socialisti. Iniziamo dalle mascherine, poi andiamo a protestare di fronte alla villa lussuosa di Grillo, la vera causa dei mali degli italiani: con le sue comparse al governo ci avviciniamo ai 40000 morti per COVID 19 e ci hanno portati al fallimento dello Stato”. Lottatore nato.
Beppe Sala voto 9. Il Sindaco di Milano dopo l’aperitivo assembrato ha risposto sui social all’azione dei suoi cittadini. Un’entrata a gamba tesa dove trasuda l’odio per quei folli amanti del drink. Lucido, puntuale e pronto a reagire davanti agli errori dei milanesi. Quel “sennò richiudo” risuona forte nelle orecchie dei meneghini, aperitivanti o no. Massiccio e arrabbiato.
Myrta Merlino voto 8. La giornalista di La7 è lucidissima, ogni giorno di più. Il suo “L’aria che tira” è uno dei salotti più interessanti dell’intero panorama televisivo italiano. Aprire la trasmissione con “Non Andrà tutto bene” è un segnale che, forse, qualcuno se ne è accorto anche in tv che gli slogan non interessano al Paese. Ieri sera, poi, da Massimo Giletti dimostra di avere più intelligenza politica e giornalistica di tutti i “grandi” ospiti. Dateci più Merlino.
Emiliano Fossi voto 7. Il Sindaco di Campi Bisenzio scrive a Enrico Rossi per la questione mascherine regionali. Perché sì, la Regione Toscana dovrebbe regalare 30 mascherine chirurgiche ai suoi cittadini tramite le farmacie. Peccato che, nella città della Piana, queste arrivino in numeri ridotti e finiscano subito viste le grandi code assembrate. Distribuzione con volontari, a tutti e per tutti consiglia Fossi. Caro Rossi, questa volta servirebbe non seguire il consiglio di Renè Ferretti. Quindi non “a c***o di cane”, ma con la testa. Ottimo e abbondante.
Teresa Bellanova voto 6. Il Ministro dell’Agricoltura in quota Italia Viva mette paura al Premier Conte. Dall’alto del circa tre percento minaccia le dimissioni, poi torna in sé e chiede battendosi il petto aiuti per i braccianti e i lavoratori domestici. Un bel gesto anche se, sempre meno, si capisce la sua presenza nei banchi del Governo, visto che i suoi amici “vivi” sono sempre pronti a criticarlo. Poi lascia la strada libera ai barbari che devastano la sua proposta sui social. Un sei di speranza, speriamo. Si applichi, come ai vecchi tempi.
Paola Pisano voto 5. Grazie a Il Foglio la Ministra è stata sbugiardata. Prende per il fondoschiena il Premier Conte dicendo che la task force per l’applicazione controllaCovid ha scelto “Immuni”. In realtà nessuna app è stata scelta, ma ne sono state consigliate due. Intanto, la stessa Immuni è ancora nella mente del Commissiario Arcuri e lì resta. Ah, abbiamo un ministero all’Innovazione. E sticazzi.
Dino Giarrusso voto 4. Nella settimana dell’accusa al Ministro Bonafede, l’eurodeputato grillino risale sullo scranno digitale di Facebook e attacca tutti. E Giletti è brutto e cattivo perché gli ha tolto la parola e la questione DAP è solo una incomprensione tra Bonafede e Nino Di Matteo e tutti sono cattivi. Ecco, Giarrusso è stata una delle più grandi Iene del presente, all’opposizione sta bene. In maggioranza anche no. La difesa a tutti i costi stanca, tutti. Rumore di unghie sullo specchio.
Quelli dell’Ape sui Navigli voto 3. Ecco, cosa hanno in testa quelli che, nella regione più colpita dal Coronavirus, hanno ben pensato di assembrarsi per un ottimo aperitivo sui Navigli? Ah boh. La Milano da Bere non si ferma, lo sappiamo. Ma neanche la segatura in testa di quelli. Ci sono persone che, dal 12 marzo, fanno sacrifici ogni santo giorno. Speriamo che, per qualche furbo, non si debba pagare tutti. Abolizione del suffragio universale.
Sardine voto 2. Nel giorno dell’anniversario della morte di Aldo Moro e di Peppino Impastato, l’account Twitter del gruppo politico ittico ci racconta di come entrambi siano stati uccisi dalla Mafia. Poi si scusano. Sarà il T9? Beh, da BR a Mafia un po’ ci corre. Polemica sterile? Sì. L’ignoranza è peggiore. In scatola. Meglio il silenzio.
Gli esperti “social” di intelligence voto 1. Da infettivologi a esperti di task force: l’Italia è il Paese degli esperti. Dopo la liberazione di Silvia Romano, infatti, la nostra nazione si è divisa come sempre. Tra chi la difende e è felice fino a chi l’accusa di essere una “spesa inutile” per l’Italia. E poi “eh ma è incinta” oppure “chissà perché è musulmana”. La ragazza si è fatta ore e ore di interrogatorio appena atterrata, loro sapranno, il resto del Paese no. Esperti del nulla.
Roberto Gualtieri voto Non Classificato. Il Ministro dell’Economia, all’11 maggio, ci parla ancora del “decreto aprile”. Se non si sbriga sarà “decreto giugno”. La nave affonda e i soccorsi stentano a arrivare. Povero Conte.
Giuseppe Conte voto incerto. Il Premier Conte si merita di essere classificato fuori dal Pagellopoli. Una settimana di alti e bassi. La finisce con enorme lucidità e strette di gomito durante l’arrivo della Romano in Italia. Sforna due interviste deliranti a Il Fatto Quotidiano e Il Corriere Della Sera dove tranquillizza gli italiani sulle vacanze. Peccato che senza un protocollo e una strategia per far riaprire le strutture ricettive dove si andrà in vacanza? Non tutti siamo ricchi di famiglia. Il “decreto aprile” è diventato maggio, non c’è una strategia sui tamponi, l’App Immuni è come la corazzata Potemkin in Fantozzi e il Paese balla. Peccato che non riesca a fermare il DJ. Stop, dimentica perchè.
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