Dal 4 maggio, in tutta Italia, hanno dato finalmente il via libera per poter tornare a fare attività motoria individuale all’area aperta, sia in bicicletta che a piedi. Nella nostra città, Prato, è stata finalmente l’occasione per tornare a praticare tutti i tipi di sport possibili sulla ciclabile lungo il Bisenzio o, semplicemente, per tornare a fare una passeggiata e godersi questa splendida stagione. Noi di Targettopoli abbiamo voluto documentare, con questo reportage, la condizione di tutta la nostra rete ciclabile, per molti tratti ferma ancora all’inaugurazione di oltre venti anni fa quando, il sindaco di allora Fabrizio Mattei, investì molti miliardi di vecchie lire su un’infrastruttura che cambiò per sempre il volto della nostra città e la portò, almeno su questo piano, al pari delle capitali mittel europee dotate di svariati chilometri di piste ciclabili. In questa prima fase ci siamo occupati del tratto che dal centro arriva fino all’anfiteatro di Santa Lucia. E, purtroppo, le buone notizie non sono tante.
L’UTOPIA RIVERSIBILITY. Uno dei grandi progetti del primo mandato di Biffoni è stato senza ombra di dubbio Riversibility, un’importante valorizzazione di tutto il parco fluviale del Bisenzio attraverso numerosi investimenti rimasti però quasi tutti ancora su carta. Un’idea che ha vinto anche diversi premi internazionali ma che sta avendo notevoli difficoltà nella sua messa in pratica. Lo dimostra lo stesso sito ufficiale, fermo con gli aggiornamenti a Giugno 2019, che nella homepage riporta come risultati ottenuti la realizzazione di solamente 2 dei 16 interventi previsti. La cosa ancor più singolare è la fine dei lavori, prevista per la fine del 2020, che a questo punto sembra un’utopia.
So già che molti di voi penseranno che il coronavirus può aver rappresentato un freno, ma non sono d’accordo. Tutto il progetto, avviato nei primi mesi del 2018, aveva già conosciuto diverse difficoltà e mostrato numerosi limiti ancor prima dell’inizio della pandemia. Il passo falso del chiosco sulla spiaggia, inaugurato a Settembre 2019 quando ormai l’estate stava finendo e rimasto aperto per neanche dieci giorni, è solo una dei tanti intoppi incontrati lungo il percorso. L’idea dei tanti container sparsi lungo tutto il tratto pratese del fiume era carina sulla carta, ma si è presto scontrata con la difficoltà di trovare chi gestisse realmente questi chioschi. Anche perché siamo a Prato, non ad Amsterdam. L’unico installato, al Serraglio davanti al playground di basket, è chiuso da oltre un anno dopo i primi mesi di apertura.
L’INCURIA DELLA RETE CICLABILE. Come potete vedere in questo primo gruppo di foto, il tratto iniziale di Santa Lucia presenta un manto stradale veramente disastrato, molto pericoloso per le biciclette e di difficile fruizione per genitori con passeggini o disabili in carrozzina. Proseguendo si giunge nel tratto del giardino degli Ulivi in viale Galilei. Qui i lavori di asfaltatura sono stati effettuati prima delle scorse elezioni di maggio e il buon risultato è sotto gli occhi di tutti.
Basta poco però, per ritrovare strade dissestate dalle radici degli alberi adiacenti. Davanti all’edicola in viale Galilei, in prossimità della rotonda, la situazione è davvero pericolosa. E tutta le criticità proseguono per tutto il tratto di ciclabile fino ad arrivare al ponte. Dossi, buche e dei veri e propri canyon sono una minaccia sia per chi corre rischiando distorsioni e infortuni che per chi percorre questo tratto in bicicletta andando incontro a forature o cadute.
Bisogna arrivare fino al tratto della zona del Mercato Nuovo, anch’esso rifatto di recente, per ritrovare una situazione decorosa. Qui la corsia dedicata alle biciclette è evidenziata con un asfalto rosso, il manto è in buone condizioni e le aiuole sono molto curate.
Dall’altra sponda del fiume la situazione purtroppo torna ad essere critica: su questo tratto di ciclabile, più bassa rispetto alle altre, si sono depositate la sabbia e il terriccio portati dalle esondazioni del Bisenzio. La ciclabile è praticamente scomparsa per fare posto ad un viottolo sterrato non molto adatto ai passeggini e ai disabili.
LA VERA GIUNGLA. C’è un aspetto però che mi è piaciuto, anche se si tratta di una chiara conseguenza dovuta all’impossibilità da parte degli addetti di Alia di curare il verde pubblico durante la quarantena. Lungo tutto il tratto del fiume la natura si è come impadronita del territorio senza chiedere il permesso. La vegetazione è esplosa, grazie anche alla stagione favorevole, e con essa anche tutta la fauna che la abita sembra essersi moltiplicata nelle ultime settimane. È uno spettacolo che personalmente trovo fantastico. Anche perché avviene praticamente nel cuore della città.
CONCLUSIONI. Quello che doveva essere un progetto di rilancio e riqualificazione di tutto il parco fluviale purtroppo è rimasto incompiuto. Anzi, a dire il vero, è partito a malapena. Il rinnovo dell’arredo urbano (le panchine) e il campo da basket al Serraglio possono essere considerati gestione ordinaria delle cose. In passato queste migliorie venivano fatte senza tutta l’enfasi con le quali sono state presentate oggi e su questo ci sarebbe da riflettere. Ci sono due aspetti che sono fondamentali, al di là di container e voli pindarici: il manto stradale della rete ciclabile in molti tratti è in condizioni disastrose. Siamo ancora fermi ai primi lavori fatti a fine anni 90′ e questo è inaccettabile. Senza parlare poi dei fontanelli d’acqua del tutto assenti su tutto il tratto. Venticinque anni fa c’era pieno ed è assurdo che oggi non ce ne sia più traccia.
SEGNALAZIONI. Se anche voi avete notato delle situazioni di incuria lungo le nostre ciclabili come asfalto rovinato, manto stradale disastrato dalle radici degli alberi, fontanelli non attivi e altre cose segnalatecele attraverso la nostra sezione CONTATTI.
Rispondi