“Volevamo rendere le chiavi a Biffoni ma non ci ha accolto. Lo Stato ci aiuti”

E poi pensare che domani sarà sempre meglio. Lo cantava Vasco Rossi nella sua poesia Vivere ed è forse un pensiero che, in tanti, in un momento come quello che stiamo vivendo hanno. Pensare che domani sarà meglio anche se le risposte che ci vengono date sono sempre caotiche e confusionarie. Pensare che domani si potrà tornare ad una normalità apparente anche se così non è.

VIVERE. Il Premier Conte anche stamani alla Camera ci ha sblindato la supercazzola prematurata e tanti esercenti non hanno ancora ben chiaro se, quando e come potranno ripartire. Ieri, però, tanti ristoratori e proprietari di bar hanno consegnato le chiavi dei propri esercizi ai Sindaci. A Firenze, Dario Nardella è sceso in campo con “Ristoratori Toscani” e si è reso disponibile a parlare coi locatari dei fondi, a togliere la COSAP e a studiare un piano per ripartire.

Su Prato, al momento, tutto tace e per questo Matteo Pieri, proprietario del Bar Centro in Via del Serraglio che ha aderito alla protesta di Ristoratori Toscani, ci spiega qual è la situazione in città, quali sono le sue preoccupazioni e tutte le difficoltà del momento.

Perché hai aderito alla protesta di Ristoratori Toscani? Come è la situazione per te e per il tuo Bar?
“Da 13 anni ho un bar in Via del Serraglio: questa è la mazzata finale. Già prima si navigava a vista con tante chiusure e poco lavoro, questa è una mazzata tremenda per tutti. Ho aderito ai Ristoratori Toscani e sono andato a consegnare le chiavi del locale direttamente a Firenze, perché su Prato non c’è stata coesione. Abbiamo provato a contattare il sindaco Biffoni per darle a lui, ma non ci ha accolto. E’ stato un marasma dell’ultimo secondo. Ormai si provano tutte le strade. Sono stato chiuso due mesi ma l’affitto e le bollette sono andati avanti.”

Per provare a quantificare, di quanto si parla? Hai usufruito dei seicento euro?
“Io spendo più di 1000€ d’affitto, oltre 300€ di luce più l’acqua. I conti si fanno alla svelta. I 600€ a me non sono ancora arrivati ma li userò sicuramente per qualche bolletta. Li aspetto da un mese visto che ho fatto la domanda il primo giorno disponibile.”

Come si può provare a ripartire? Quali sono le misure che il Governo dovrebbe prendere?
“La soluzione proposta da “Ristoratori Toscani” è l’unica via. Se ci tengono chiusi, servono contributi a fondo perduto, sennò non si va avanti. Non è possibile rimandare pagamenti, non pagare affitti e bollette. Poi c’è la speranza che il locatario ti possa venire incontro e azzerare, anche parzialmente, l’affitto. Se poi vuole riscuoterlo interamente mesi dopo, l’attività andrà a fallire. Per esempio, io son chiuso da due mesi, ho già 3.000€ da pagare. Lo Stato ci aiuti. Tu Stato mi hai costretto a chiudere, mi devi aiutare in qualche modo.”

Col distanziamento sociale sarà possibile riaprire?
“Tirare su il bandone del locale, con le condizioni che ci imporranno, a me non conviene. Saranno più spese che introiti perché fare dieci caffè e cinque paste da asporto non ti conviene. Le spese sono uguali a prima, l’incasso non sarà neanche la metà. Io ho anche un tabacchi, sarei potuto stare aperto, ma ho deciso di non farlo e di lasciare solo il distributore automatico. Non sto aperto per cinque o sei ore per guadagnare 100€ di cui settanta se  ne vanno via di spese. Non mi conviene. Aprire come vogliono loro non è fattibile. Si riapre con un calo oltre il 50% e per tanti sarà difficile anche tenere i dipendenti.”

Come valuti l’iniziativa promossa dal Sindaco di Firenze Dario Nardella? Ti aspetti lo stesso su Prato?
“Mi aspetto maggiore organizzazione in città. Nardella ha messo in campo delle iniziative interessanti, come l’instaurare un dialogo con i proprietari dei fondi, la spesa principale è proprio l’affitto. Io se non lavoro non mangio, ma se non lavoro mi devi aiutare visto che mi hai costretto a chiudere. Io sto anche a casa ma devo avere dei mezzi per starci. Passerà diverso tempo prima di tornare alla normalità, è dura.”

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