Quando racconteremo ai nostri figli dei nonni che non ci sono più

«Tu sei la mia sveglia» disse il ragazzo. «La mia sveglia è l’età» disse il vecchio. «Perché i vecchi si svegliano così presto? Sarà perché la giornata duri più a lungo?». Ernest Miller Hemingway, “Il vecchio e il mare”.

No, non è andato tutto bene.
Esco di casa per fare quattro passi, rigorosamente entro i duecento metri. Come tanti di voi, mi imbatto in decine di cartelli colorati, con l’arcobaleno e la famosa scritta “Andrà tutto bene”. Quei disegni sono stati fatti da bambini, per lo più ispirati dai genitori che, giustamente, hanno cercato di inculcare sicurezza e partecipazione nelle lunghe giornate di reclusione. Molti di quei bambini hanno già capito che no, non è andato tutto per il meglio. Lo hanno scoperto quando qualcuno li ha informati che il nonno, o la nonna, non c’è più: se l’è portato via il Covid-19.

Sono tanti, troppi, i loro (e i nostri) vecchi che ci hanno lasciato. Questa cosa non può passare così, come se si trattasse di morti di seconda categoria. Questa tragedia non può essere mistificata, addirittura strumentalizzata nei bollettini quando si ammicca all’età media avanzata dei deceduti. Non parliamo delle RSA, in Italia come in altri paesi europei, che rappresentano una vergogna e, al tempo stesso, un simbolo della considerazione e del rispetto che taluni (troppi) hanno per gli anziani.

No, non è andato tutto bene. In Italia sono morte oltre 27mila persone, 811 in Toscana. Secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, l’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 79 anni. I nostri nonni, i nostri genitori. Morti da soli in un letto di terapia intensiva o in una RSA. Soffocati, perché così si muore di coronavirus.

Poteva e doveva andare meglio, molto meglio. Mi spiace per quei bambini che dietro l’arcobaleno hanno scoperto la tempesta del lutto e della perdita. Mi spiace per le persone, quei vecchi brontoloni che maledivamo in coda all’ufficio postale o al laboratorio d’analisi. Mi dispiace per i sospiri di sollievo di chi si è compiaciuto leggendo le statistiche sull’età media. Compatisco la loro assoluta inadeguatezza a rimanere nel novero degli esseri umani.

Non è andata bene: gli anziani che abbiamo perduto non torneranno e con loro sono andate via le storie più belle e più vere che nessun Instagram ci regalerà mai. No, non sono un romantico, al contrario: sono incazzato! Ora che il danno abnorme è stato fatto, vi prego, cerchiamo di non rincarare la dose. Nelle fasi di riapertura che verranno, ricordiamoci dei nostri vecchi facendo una cosa semplice: difendiamoli da noi stessi. Dalla nostra ipocrisia, dal nostro cinismo.

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