L’occasione di migliorare

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Ci siamo. Quello che nessuno avrebbe mai immaginato è successo. Siamo arrivati al famoso punto di non ritorno. È saltato quel banco che da troppo tempo stiamo provocando. Il Covid-19 è un nemico invisibile che ha saputo mettere a nudo le nostre insicurezze a livello emotivo ma, soprattutto, ha messo in evidenza tutte le falle del nostro “sistema”: dall’economia alla politica, dalla sanità alla finanza. Sì, perché il virus ci ha fatto capire che non ha intenzione di concedere sconti a nessuno né di voler provare alcun tipo di pietà. Colpisce tutti e tutto.

È come se questo virus avesse alzato il tappeto, tirando fuori quella polvere che abbiamo provato a nascondere per anni. Con questo non voglio certamente dire che tutto quello che siamo stati fino a ora sia da buttare. Abbiamo però una grande occasione: migliorare. Perché è questa la cosa che il virus dovrebbe innescare. Occorre ripensare e sviluppare un “sistema” migliore di quello che stiamo lasciando o non avremo alternativa ad un collasso vero e proprio. E, stavolta, rischiamo di non avere altra chance.

Innanzitutto dobbiamo dare fiducia a tutte le piccole e medie imprese italiane e  l’obiettivo deve assolutamente essere quello di riportare le produzioni sul nostro territorio. Benissimo la globalizzazione dei mercati ma la delocalizzazione delle catene produttive ha impoverito troppo il nostro sistema industriale. Basta osservare il caso emblematico delle mascherine in questo periodo. Poi dobbiamo ripensare in fretta la nostra posizione in Europa ma, soprattutto, dobbiamo capire che Europa vogliamo. È arrivato il momento di completare quel processo di europeizzazione iniziato ormai nel lontano 1944 con il Manifesto di Ventotene, mettendo da parte tutti gli inutili “campanilismi” nazionali e comprendendo che gli STATI UNITI D’EUROPA sono l’unica occasione che abbiamo. Il virus lo sta dimostrando chiaramente.

Insomma, dobbiamo riscrivere le regole della politica e dell’economia a livello globale. E per fare questo sono necessarie una grande presa di coscienza e un’apertura mentale che finora non abbiamo avuto.

Concludo con una nota personale. Mi pare che il virus ci stia facendo capire di quanto sia bello stare insieme. Nel senso proprio fisico. Forse in tutto questo tram tram veloce, in tutta questa rincorsa verso una tecnologia sempre più presente nelle nostre vite c’eravamo dimenticati di quanto fosse bello uno sguardo, un abbraccio, una parola delle persone che abbiamo accanto. Chissà, forse un domani non troppo lontano, considereremo quello che oggi ci appare come la più grande pandemia di sempre l’inizio della nostra salvezza.

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